Il C.U.P.S. replica all’audizione del CNF su riforma forense

Il Comitato Unitario dei Patrocinatori Stragiudiziali (C.U.P.S.) insieme ad Aneis, Associazione Nazionale Esperti di Infortunistica Stradale, replica alla Commissione Giustizia in merito all’audizione del CNF (Consiglio Nazionale Forense). E lo fa ricordando che appellarsi alla legislazione in vigore in Portogallo, dimostra quanto ci si sta arrampicando sugli specchi: “L’esempio del Portogallo è surreale e manifesta pochezza di argomentazioni. Alpa così ammette che in tutto il resto d’Europa la consulenza legale e l’attività stragiudiziale sono libere e così devono restare in Italia”.

Infatti sulla Riserva della consulenza legale il CNF si è espresso così: “Non è vero che l’ordinamento comunitario osta alla scelta del legislatore nazionale di sottoporre a riserva l’attività di consulenza legale se svolta professionalmente. A partire dalla direttiva Bolkestein (2006/123/CE) che, nel suo considerando n.88, afferma che sono compatibili con essa sistemi normativi nazionali che sottopongono a riserva l’attività di consulenza legale (per es. il Portogallo).”.

“Se dovesse essere approvato il Ddl sulla riforma della professione forense, attualmente all’esame della Commissione Giustizia -  ha dichiarato Stefano Mannacio, delegato Assoprofessionisti, in un documento redatto dal C.U.P.S. – di colpo limiterebbe l’esercizio dell’attività stragiudiziale in forma autonoma solo agli avvocati. Tale innovazione, anzi involuzione, porterebbe in effetti alla perdita del lavoro per migliaia di professionisti quali patrocinatori stragiudiziali, esperti di infortunistica stradale, consulenti specializzati in rami avanzati del diritto. Tutto ciò accadrebbe, per ironia della sorte, quando, in forza di una giurisprudenza  prevalente, una sentenza della Cassazione a Sezioni Unite aveva chiaramente affermato che “la prestazione d’opera intellettuale nell’ambito dell’assistenza legale è riservata agli iscritti negli albi forensi solo nei limiti della rappresentanza, assistenza e difesa delle parti in giudizio, e che al di fuori di tali limiti, l’attività d’assistenza e consulenza legale non può considerarsi riservata agli iscritti negli albi professionali” (Cass. civ. Sez. Unite, 3 dicembre 2008, n. 28658).

Tale norma è palesemente incostituzionale perché consente, con una ingiustificabile discriminazione, di svolgere l’attività di consulenza legale e assistenza stragiudiziale in modo autonomo, solo agli avvocati e ai professori universitari mentre è possibile svolgerla in forma di lavoro dipendente per aziende o enti esponenziali..”

“Rinnoviamo l’invito alla Commissione  – sottolinea Luigi Cipriano, Presidente dell’Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale – di provvedere, non appena sarà chiamata ad esprimere un parere in merito, alla cancellazione della riserva per l’assistenza e consulenza legale stragiudiziale approvata al Senato o in via subordinata emendare la norma, come suggerito, mantenendo le realtà professionali che si sono affermate per diritto e per mercato e che, per molti aspetti, da più di mezzo secolo hanno avvicinato il bisogno di conoscenza del diritto al cittadino e all’impresa”.